Non è sufficiente per le aziende acquistare “la migliore tecnologia sul mercato” per essere competitivi. La digital transformation deve necessariamente passare anche dalla formazione del personale che deve essere in grado di utilizzare al meglio questi strumenti innovativi.
L’attuale contesto congiunturale è davvero nefasto per l’economia e le imprese italiane. La concatenazione di diversi fattori ha infatti scatenato quella che può essere considerata come la “tempesta perfetta”, purtroppo in senso negativo: la Pandemia di Covid-19 prima, la crisi di materie prime per l’elettronica poi, ed ora la guerra in Ucraina con conseguenti problematiche energetiche, stanno portando le organizzazioni a dover ripensare al proprio modello di business.
Eravamo appena usciti da due anni di pandemia e ci siamo ritrovati nuovamente a doverci confrontare con le difficoltà del conflitto russo-ucraino. Nonostante tutto l’economia italiana nel 2022 è ancora prevista al rialzo con un PIL previsto in aumento del 2,6% e con prospettive di crescita anche per il 2023.
È evidente come per uscire dalle difficoltà è necessario essere creativi. In quest’ottica è ormai appurato che la tecnologia e la digitalizzazione siano gli strumenti per poter ottenere un vantaggio competitivo, ma serve una strategia dettagliata di medio e lungo termine così da poterne ottenere i reali benefici.
Non è infatti sufficiente acquistare prodotti tecnologici all’avanguardia per parlare di digital transformation: le soluzioni implementate devono essere scelte dopo un’approfondita analisi ed integrate tra di esse così da poter garantire la flessibilità e velocità necessaria per poter competere. Il concetto è stato spiegato da Federico Protto, CEO di Retelit, azienda specializzata nella digitalizzazione delle imprese.
In questo scenario diventa indispensabile sapersi adattare velocemente ed essere non necessariamente “grandi” ma sicuramente efficienti e adattarsi meglio all’evoluzione del mercato, sapendone cogliere le opportunità. Anche quando si è in una posizione di leadership è fondamentale investire nell’innovazione per non ritrovarsi in poco tempo non più competitivi e a quel punto potrebbe essere troppo tardi. Essere oggi leader del mercato non significa che lo si sarà anche domani, il caso Nokia ce lo insegna, leader nel mercato fino agli anni 2010 e poi in pochi anni finita ai margini del mercato (nel 2009 deteneva quote di oltre il 40% del mercato cellulari). Un altro caso emblematico è quello di Kodak che nel 1975 aveva realizzato la prima macchina fotografica digitale, ma che, anziché puntare ed investire su di essa, ha deciso non modificare il proprio business per evitare di perdere le revenue provenienti dai rullini classici. Risultato? Oggi Kodak non esiste più.
Innanzitutto, le aziende sono chiamate ad entrare nell’ottica che si è passati da un modello basato sul possesso dei beni alla loro fruizione. I consumatori, infatti, non sono più interessati a comprare un prodotto, ma di usufruirne quando ne hanno bisogno. Una filosofia che risponde all’ideale antispreco che è ben rappresentato dai movimenti di giovani ambientalisti che seppur con le classiche esagerazioni tipiche dell’età dei suoi aderenti sta portando un’idea di società nuova e diversa. Ormai il prodotto è solo uno strumento per offrire un servizio e la qualità di questi ultimi è la vera differenza tra successo e fallimento. Tutto questo porta inevitabilmente a dover ripensare radicalmente all’approccio al mercato delle imprese.
Digitalizzare diventa il concetto principe delle aziende per risparmiare ad esempio sul consumo di carta che per molte aziende equivale quasi al costo di un dipendente. In realtà in quanto a consumi ambientali come la produzione di CO2 la digitalizzazione ha ancora un lungo percorso da fare dati i grandi consumi energetici che richiedono le infrastrutture di internet ma qui il discorso si allargherebbe a tutto il sistema energetico nazionale e internazionale per cui non ci dilunghiamo troppo.
Le imprese, infine, non possono più considerarsi come isole in mezzo all’oceano, ma poiché intrattengono rapporti con numerosi stakeholder, devono cercare di efficientare anche l’ecosistema nel quale orbitano integrandosi reciprocamente per offrire il miglior servizio al minor prezzo possibile.
Puntare su strategie a lungo periodo sarà quindi fondamentale per poter sopravvivere ad uno stile di vita destinato a cambiare radicalmente nei prossimi anni in quella che potrebbe essere una rivoluzione epocale.