Zenital, nata nel 1990, su iniziativa dei principali fabbricanti italiani, per promuovere le tecniche di illuminazione zenitale e di evacuazione, rappresenta oggi il referente istituzionale del settore in Italia ed ha acquisito in pochi anni il riconoscimento a livello internazionale. In questo articolo approfondisce la normativa che riguarda il controllo del fumo e del calore.
È nel 1989 che è stata pubblicata in Italia la prima norma, UNI 9494:1989, che consentiva di progettare Sistemi di Evacuazione Naturale di Fumo e calore secondo lo stato dell’arte del momento.
Questa specifica tecnica era autoportante in quanto conteneva i criteri di progettazione, installazione, controllo e manutenzione dei Sistemi e le procedure per la qualifica del componente principale rappresentato dall’Evacuatore di fumo e calore a cui è intitolata la norma che si chiamava infatti, “Evacuatori di fumo e calore, caratteristiche, dimensionamento e prove”
Questo documento è quindi alla base di tutto quanto è stato realizzato negli anni, nel bene e nel male, per estrarre il fumo e il calore da ambienti in cui si sviluppava un incendio.
Questo periodo coincide con l’inizio dei lavori dell’Europa per sviluppare documenti condivisi armonizzando le esigenze dei paesi membri.
Ben presto questi lavori hanno messo in evidenza un concetto più ampio, il Controllo del fumo e del calore, da cui ha derivato l’esigenza di elaborare una serie di norme e documenti tecnici che consentissero di rispecchiare lo stato dell’arte in tutti questi paesi, riuniti nei gruppi di lavoro del CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione).
I Sistemi di evacuazione di fumo e calore rappresentano una delle famiglie di sistemi di controllo del fumo. Hanno lo scopo di creare e mantenere, nell’ambiente protetto, una zona libera da fumo sfruttando la stratificazione degli effluenti caldi provenienti dall’incendio.
Le altre due famiglie che completano il quadro normativo sono i Sistemi di ventilazione del fumo e i Sistemi di controllo del fumo per differenza di pressione.
Nel corso degli anni sono state pubblicate una serie di norme di prodotto e di sistema che rappresentano oggi gli strumenti inderogabili che devono essere utilizzati per applicare la regola dell’arte.
A questi documenti, emessi da enti di normazione, si è aggiunto il DM 3 agosto 2015, conosciuto come “Codice di prevenzione incendi”, in cui troviamo il capitolo S.8 Strategia antincendio, Controllo di fumi e calore.
Questo capitolo definisce due tipologie di misura per il controllo di fumi e calore:
✓ Delle aperture che hanno lo scopo di contribuire all’espulsione dall’ambiente di fumi e calore per agevolare l’azione delle squadre di soccorso, sia VV.F che squadre interne (smaltimento del fumo in caso di emergenza)
✓ I Sistemi che hanno lo scopo di creare uno strato libero da fumo (Sistemi di evacuazione fumo e calore)
Queste due soluzioni corrispondono rispettivamente ai livelli II e III di prestazione indicati dal DM mentre per il livello I non ci sono specifici requisiti.
I criteri di attribuzione rendono praticamente sempre necessari i livelli II e III di prestazione.
Ecco quindi la conferma che è sempre opportuno, addirittura “obbligatorio”, proteggere le attività con il controllo di fumi e calore.
Si deve però progettare e realizzare questo controllo in modo corretto ed efficiente per garantire il risultato desiderato. Questo è principalmente il compito e la responsabilità del progettista.
Nel primo caso (livello II) l’allegato al DM da numerose indicazioni utili lasciando al progettista il compito di valutare come e quante debbano essere le aperture per ottenere un idoneo smaltimento del fumo in caso d’emergenza.
Nel secondo caso (livello III) si ricorre all’applicazione della regola dell’arte riconosciuto alle norme nazionali, UNI 9494 parte 1 e 2.
È bene non confondere le due misure antincendio.