FORMAZIONE ESPERIENZIALE E TEAM BUILDING

Molto spesso si pensa che durante l’arco della vita esistano, e siano rigidamente fissate, delle tappe evolutive in cui l’individuo apprende. Di fatto, però l’apprendimento dell’individuo, avviene per tutto il corso della vita, Life Long Learning.

Pertanto, risulta indispensabile, dipanare i dubbi attorno al termine apprendimento che non rappresenta qualcosa di fissato, definito e a termine, ma oltre a riguardare direttamente l’individuo, dipende certamente da molteplici fattori esterni, come ad esempio il luogo e lo spazio che la determinano.

La maggioranza di noi ha da sempre vissuto nella convinzione che la formazione sia quella che avviene solitamente in un luogo definito (aula), in cui un docente, parlando, trasmette le informazioni, le nozioni e i contenuti di una determinata materia. Questo modello, risulta essere ad oggi uno dei modelli più diffusi sia negli istituti scolastici, ma anche all’interno delle aziende.

Il modello della formazione in aula, ha certamente dei vantaggi, ma al contempo si deve tener conto di quelli che sono oggi le criticità ad essa connesse. Di fatto le lezioni frontali, ad esempio all’interno di un’azienda, in cui ci sono costanti cambiamenti, aggiornamenti ed un numero di informazioni certamente maggiore rispetto a qualche anno fa, ci mette nella condizione di pensare che alla formazione del modello classico, ci possano essere delle modalità che consentano al singolo, e di conseguenza al gruppo di mettere in atto competenze, anche trasversali. Alcuni studi hanno messo in evidenza il fatto che, all’interno di una realtà lavorativa, il singolo o il gruppo apprende non tanto il contenuto, ma piuttosto quel “qualcosa” che possa essere in grado di facilitare l’apprendimento.

La più grande pedagogista di tutti i tempi, già nei primi del ‘900, mette in atto una rivoluzione, che a distanza di decenni si conferma essere una tra le metodologie più accreditate, confermate anche dalle neuroscienze: se imparare è innanzitutto un’esperienza, occorre che le scuole e chi si occupa di formazione impostino l’apprendimento su situazioni di coinvolgimento concreto, attivo, diretto. Non ci può essere una passività recettiva, ma una sintonizzazione con il mondo della realtà, del fare, dello scoprire sensoriale. Maria Montessori quindi sostiene che, il bambino apprende, attraverso il movimento finalizzato, attraverso la sperimentazione sensoriale in prima persona, attraverso l’esperienza diretta, non attraverso l’imitazione, l’ascolto, l’osservazione come solitamente avviene durante le lezioni frontali. A partire dal metodo montessoriano possiamo asserire che anche l’adulto impara meglio se fa esperienza. Di fatto solo quando abbiamo un coinvolgimento totale della persona, che mette in campo le sue esperienze, conoscenze e capacità, si apprende. Viceversa il solo ascolto ed immagazzinamento di nozioni, se non trasformate in azione, saranno destinate ben presto ad essere dimenticati.

La formazione esperenziale, così oggi viene definita, ricalca e sposa in toto il pensiero e metodo montessoriano e gli obiettivi ad essa connessi possono essere svariati, a seconda che si tratta di singoli, professionisti o aziende.
Le competenze e le esigenze possono essere le più svariate e la formazione può vertere su diversi temi: consapevolezza di sé, leadership, lavoro in team.

Quali obiettivi si possono raggiungere attraverso la formazione esperenziale o di team building all’interno dell’azienda. Non c’è di fatto una lista, perché l’ impostazione esperenziale con cui viene poi condotta la formazione, presenta davvero pochissimi limiti. In azienda si po’ ad esempio lavorare su:

  • Competenze trasversali o soft skills (relazionali, comunicative ed emotive per dipendenti e manager)
  • Selezione e formazione
  • Formazione manageriale su leadership e delega
  • Lavoro in gruppo e cooperazione
  • Sviluppare la fiducia nella capacità e competenze dei colleghi
  • Ecc
    Il raggiungimento degli obiettivi comporta di riflesso dei vantaggi per l’azienda. Tra i principali:
  • Flessibilità nella progettazione degli interventi
  • Efficacia nel miglioramento e nella trasmissione di competenze organizzative ed in alcuni casi anche tecniche
  • Maggiora capacità di apprendere competenze e conoscenze
  • Facilitare la comunicazione all’interno del gruppo
  • Problem solving (capacità di individuare e risolvere i problemi che possono nascere all’interno del gruppo di lavoro)
  • Capacità di rimuovere maschere e strutture
  • Rimuovere stereotipi e pregiudizi
  • Ecc,

Sulla scia dell’idea montessoriana, e sulla convinzione che per apprendere bisogna necessariamente mettersi in gioco, abbiamo pensato che uscire dalle proprie “zone di confort”, ossia rompere gli schemi comportamentali e di pensiero, dai limiti appresi e punti di vista forzatamente condivisi, bisogna vivere la formazione esperenziale in un “campo neutro”.

Offrire una formazione esperenziale in outdoor, significa proporre uno spaccato multidimensionale, che consente a ciascun partecipante di sentirsi libero di percepirsi, di individuarsi e di integrarsi (nella maniera che più ritiene consona) con il resto del gruppo.

Scegliere un posto in cui la vera protagonista è la natura, significa attivare quelle capacità sensoriali proprie in ciascun individuo, rallentare i ritmi del viver quotidiano (distrazione e frettolosità) che permette di poter arrivare ad una più intima connessione con sé stessi e di poter imparare a strutturare in maniera differente le relazioni.

Dalla relazione al gruppo il passo è breve. Relazione umana e team building

Che il gruppo sia una risorsa enorme è risaputo, soprattutto quando parliamo di gruppo di lavoro. Ma il gruppo deve funzionare, altrimenti rappresenta una costante “bomba ad orologeria” per l’azienda. Se il gruppo implode, l’azienda esplode.

Il gruppo è formato da individui ed ogni individuo è testa, corpo e cuore, per cui è necessario attivare o riattivare l’educazione comportamentale ed emotiva. Le relazioni all’interno del team e la capacità di lavorare in gruppo sono una premessa indispensabile per riuscire a portare avanti in maniera sincrona le attività quotidiane, sviluppare competenze trasversali, capacità di risolvere i problemi.

Un’esperienza unica, a piena contatto con la natura, ricca di spunti formativi ed emozionali. L’idea di una gita in barca a vela, in cui tutti i membri del gruppo devono cooperare per poter garantire una tranquilla navigazione, è diventata allettante in quanto l’esperienza ha consentetito di innescare processi formativi capaci di ricreare e rafforzare il legame di gruppo tra colleghi e, al contempo riuscire a trasferire nuove competenze

Perché abbiamo scelto la formazione in barca a vela

Simbolicamente la barca (o la barca a vela) rappresenta una potente analogia tra il lavoro in barca e la vita aziendale. Di fatto in barca esiste un equipaggio, un capitano, marinai, mappe e rotte da seguire per raggiungere una destinazione, si naviga nel mare, che può essere calmo o agitato… esattamente come in azienda: ci sono dei dipendenti (equipaggio), titolare – manager (capitano), strategie aziendali per raggiungere un obiettivo (mappe e rotte), mercato incerto, che richiede decisioni ed inversioni di rotta veloci (mare con insidie e potenziali pericoli).

Così come l’equipaggio di una barca a vela deve saper cooperare, collaborare, fare a volte straordinari di lavoro, sapersi organizzare, disposto a far fatica, essere generoso, saper tollerare, per poter raggiungere senza problemi e con il minor numero di imprevisti la meta, alla stessa maniera si deve saper organizzare un’azienda.

Si è trattato di un’esperienza formativa altamente impattante che è stata in grado di aumentare la motivazione e ha consentito ad ogni membro del gruppo di sentirsi ancor di più parte dell’azienda. E i risultati si vedono oggi nel lavoro quotidiano in quanto la coesione, la collaborazione di gruppo e la motivazione individuali stanno consentendo di ottenere migliori risultati in ogni settore del vivere aziendale. consentire dii ottenere migliori risultati in ogni settore del vivere aziendale.

Area relax e confronto pre e post esperienza

Come nella maggior parte delle attività di team building, anche nella formazione aziendale in autdoor sono risultate essere fondamentali le fasi di briefing e di debriefing, ovvero il confronto pre e post esperienza tra tutti i partecipanti: il gruppo guidato dal trainer, ha analizzato il punto di partenza comune e gli obiettivi che ci si prefigge. Il defrief è stato altrettanto importante perché ha consentito a tutti i partecipanti di individuare tutto ciò che è emerso durante l’attività (criticità ed azioni di miglioramento applicabili durante l’attività lavorativa). Ci si è poi Focalizzati sugli obiettivi individuali e di gruppo e questo ha consentito di per poter lavorare meglio insieme, di cambiare i comportamenti negativi e imparando a vedere pro e contro.

Ambedue le attività di apertura e chiusura sono risultate essere indispensabili e parte integrante dell’esperienza e si sono svolte in momenti di piena convivialità, in un’area dedicata, all’interno della quale tutti i partecipanti, hanno avuto modo di rivivere tutta l’esperienza vissuta insieme, in un clima rilassante ed accogliente.

Il prossimo incontro di formazione di team building si terrà in montagna e chissà cosa ci riserverà questa volta l’esperienza

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