EVOLUZIONE O RIVOLUZIONE? TIKTOK, IL SOCIAL CHE HA IPNOTIZZATO IL MONDO

Rendere semplice ciò che apparentemente era complicato. Così possiamo definire il modello di comunicazione creato dalla piattaforma TikTok®. Creare brevi video, immediati e semplici che comunichino con poche parole e uno sfondo musicale idee ed emozioni.

L’idea nasce da un imprenditore cinese che nel 2014 crea una nuova app dal nome insolito Musical.ly. L’app permetteva di creare brevi video con una musica di sottofondo e utilizzare alcuni filtri predefiniti. L’app inoltre permetteva di velocizzare o rallentare le canzoni dando all’utente la possibilità di realizzare divertenti sketch in base al sottofondo musicale scelto.

Il successo inziale dell’app esplose nel 2017 con la fusione della stessa con un’altra applicazione emergente TikTok®, al tempo presente solo su dispositivo Apple. L’integrazione permise la realizzazione di video sempre più complessi e permise la definitiva esplosione internazionale dopo un iniziale successo in terra cinese ed in qualche altro territorio asiatico.

Ad oggi TikTok® rappresenta il primo social network al mondo come numero di nuovi iscritti mensili e conta oltre 1 miliardo di utenti attivi. A differenza di altri social network TikTok® rappresenta il vero ponte di congiunzione tra la cosiddetta Generazione Z e le generazioni precedenti. Infatti, se gli altri social rappresenta.

Il mondo dei social network ha sperimentato negli anni precedenti una pericolosa convergenza di funzioni e di pubblico. Spesso le buone idee lanciate da questa o quell’altra app venivano copiate e riproposte dal competitor. Le caratteristiche di un social venivano spesso annacquate in un insieme di applicazioni che spesso finivano per fare le stesse cose: condividere foto, video, commenti, likes… Il rischio di ritrovarci lo stesso prodotto ma con un marchio diverso era e resta reale.

I recenti cambiamenti del newsfeed di Facebook sembrano andare proprio in tale direzione. Politica, musica e business stanno cambiando il loro modo di comunicare in funzione.

I ricavi di TikTok volano, e si stima che entro il 2023 saranno pari a quelli di YouTube. Anche gli utenti crescono mese dopo mese sia a livello globale che nel nostro Paese, dove stando agli ultimi dati Audiweb, relativi a maggio di quest’anno, siamo a poco meno di 16 milioni di utenti mensili, con una crescita del 76% rispetto a maggio 2021.

Arrivano ora i dati di SensorTower a confermare, se necessario, come il social in questione sia sempre più pervasivo e presente nella vita quotidiana in tutto il mondo. Infatti, nel secondo trimestre di quest’anno, TikTok ha la seconda base di utenti più coinvolti rispetto ai suoi concorrenti, con il 29% delle sue installazioni attive di Google Play in tutto il mondo che aprono l’app ogni singolo giorno ciascuno mese. Soprattutto, a livello globale, nell’ultimo trimestre sono stati spesi in media 95 minuti al giorno su TikTok. Questa è stata più di quattro volte la durata media spesa su Snapchat (21 minuti), più di tre volte il tempo trascorso su Twitter (29 minuti) e quasi il doppio di Facebook (49 minuti).

Ed ancora, TikTok ha mantenuto il suo posto come l’app non di gaming con il maggior incasso mondiale sia su App Store che su Google Play. Nella prima metà dell’anno, i consumatori hanno speso 1,7 miliardi di dollari nell’app, l’85% in più rispetto ai 920,7 milioni di dollari del periodo di un anno fa. TikTok ha ora raggiunto circa $ 5,5 miliardi di entrate totali. Ed è stata l’app più scaricata al mondo nel primo semestre 2022.

Tutto questo nonostante, da circa due anni, l’India abbia bannato TikTok, escludendolo da un mercato di poco meno di 1,4 miliardi di persone. Mercato nel quale sta cercando di rientrare grazie al processo di certificazione ISO 27001 in corso.

Insomma, la “tiktokenizzazione” del mondo è servita. E sempre più aziende, brand, enti, organizzazioni e fonti d’informazione lottano per avere un loro spazio sulla piattaforma social il cui algoritmo non smette di divertire e coinvolgere le persone.

La forza del “modello TikTok” rimane l’immediatezza. Sessanta secondi per raccontare un’esperienza, per insegnare qualcosa, per farci divertire, in linea con la tendenza sempre più diffusa di un intrattenimento “mordi e fuggi” tipico della generazione Z, quella nata e cresciuta con uno smartphone in mano.

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