Come la Marmellata: un progetto per i piccoli/e che fa bene anche ai grandi

Su iniziativa dell’Istituto Comprensivo Aldo Palazzeschi e con il contributo della Circoscrizione 3 di Torino, nelle giornate del 14 e 15 dicembre 2021, Miky Boys e La Fondazione Libra hanno incontrato i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia C. Andersen e la scuola primaria L. Ottino di Torino che hanno fruito del progetto Come la Marmellata

Su iniziativa dell’Istituto Comprensivo Aldo Palazzeschi e con il contributo della Circoscrizione 3 di Torino, nelle giornate del 14 e 15 dicembre 2021, Miky Boys – associazione contro il bullismo e La Fondazione Libra hanno incontrato i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia C. Andersen e la scuola primaria L. Ottino di Torino che hanno fruito del progetto COME LA MARMELLATA.

Il progetto pilota, tenutosi nelle giornate del 14 e 15 dicembre 2021 prende il titolo da una frase di Italo Calvino “LA FANTASIA E’ COME LA MARMELLATA: BISOGNA CHE SIA SPALMATA SU UNA SOLIDA FETTA DI PANE, SE NO RIMANE UNA COSA INFORME, COME LA MARMELLATA APPUNTO”, in quanto, allineandoci con il pensiero dello scrittore, riteniamo indispensabile agire sin dalle prime fasi di socializzazione affinché si possano strutturare Identità e Personalità adulte “sane”

Nella giornata del 14 gennaio abbiamo incontrato i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia Andersen.

Ai  più piccolini/e (hanno partecipato al progetto anche bambini/e di due anni d’età) abbiamo raccontato la storia di Michele utilizzando il libro Miky, il principe pasticciere e poi attraverso la pittura, abbiamo lasciato che ciascuno, potesse esprimere le proprie emozioni.

Questi alcuni dei loro elaborati:

Con i bambini e le bambine di 4 e 5 anni abbiamo affrontato il tema della violenza e del bullismo utilizzando strumenti semplici, conosciuti ed accessibili ai bambini ed alle bambine.

Dopo il laboratorio, durante il quale tutti  si sono sentiti coinvolti (sia a livello emotivo che verbale), i bambini e le bambine hanno prodotto questi elaborati (di seguito ve ne facciamo vedere alcuni), dandoci ancora una volta la conferma che, attraverso la narrazione di una fiaba si possa giungere ad una produzione immaginativa in grado di raccontare i vissuti personali di ciascuno/a e, al contempo riuscire a far in modo che dal piccolo mondo interiore possano esprimersi in tutta la loro diversità ed emozioni. Dalle verbalizzazioni, ma anche dai dipinti emerge la capacità dei bambini e delle bambine di sintonizzarsi con le emozioni altrui.

15 DICEMBRE – OTTINO – BAMBINI E BAMBINE DEL SECONDO ANNO DELLA SCUOLA PRIMARIA

Prima dell’incontro del 15 Dicembre, è stato chiesto alla scuola di far lavorare i bambini e le bambine sul libro “Miky, il principe pasticciere”. Dopo le letture avvenute in classe con le insegnanti, i bambini/e hanno incontrato la psicologa che ha effettuato un intervento interattivo che potesse mettere in campo i sentimenti, i pensieri, i dubbi di ciascun membro del gruppo classe.

La strutturazione dell’incontro non ha visto la enunciazione di definizioni, di regole e/o di comportamenti corretti/scorretti, ma si è incentrato sulla capacità di poter, svicolandosi da un pensiero unico, dai più condiviso, attraverso una riflessione e il ragionamento individuale, avere la capacità di esteriorizzare vissuti, emozioni e pensieri prettamente personali. Questo diventa più facile quando le domande riguardano tutti e tutte e soprattutto, quando, non esistono risposte giuste o sbagliate. I bambini e le bambine si sono sin da subito sentiti coinvolti in quanto la fitta interazione e coinvolgimento, li ha resi disponibili al confronto e ciascuno/a si è sentito di poter “dire la sua”.

Abbiamo aperto riflessioni e dibattiti sui concetti di: persona, sentimenti, emozioni, diversità, desideri, sogni. I bambini e le bambine hanno fatto interventi molto interessanti ed appassionati, e se le domande poste all’inizio dell’incontro erano “Come facciamo a riconoscere il bullo”, alla fine dell’incontro le affermazioni sono state “Il bullo non è un cattivo, ma è un bambino/a che forse ha imparato solo la violenza ed esprime nei confronti dei compagni la sua rabbia perché pensa che nessuno gli vuole bene e/o lo possa accettare”.

“Cosa possiamo fare?” “Aiutarlo a non sentirsi solo, a capire che non è la violenza la strada giusta, chiedere aiuto alle maestre”. Poi, sulla scorta della lettura, i bambini e le bambine sono riusciti a ritrovare nelle pagine del libro, quanto da loro provato, alcune volte (sia per azioni agite e/o subite). L’interessante lavoro non riguarda solo le conclusioni alle quali i bambini/e sono giunti/e, ma piuttosto quella di osservare come, se opportunamente stimolati, riescano ad accedere in maniera “semplice” al proprio ed all’altrui sentire.

I bambini e le bambine, poi, insieme alle insegnanti hanno potuto ciascuno scrivere “Cosa mi ha insegnato Miky”.

GLI ESITI PROGETTUALI

Al termine del progetto si può concludere che, affrontare tematiche che paiono a volte così difficili da trattare, sia indispensabile e al contempo necessario, affinchè ogni bambino e bambina possa avere degli strumenti che nel quotidiano siano in grado di “orientare nelle scelte”. A ciò si deve necessariamente aggiungere, nell’espletamento delle tematiche progettuali, la contemporanea presenza delle insegnanti che, in coordinamento, fungono, soprattutto nei più piccoli, da “catalizzatori di emozioni”.

I risultati:

il progetto ci ha dato la possibilità di avere un “manifesto dell’Io” di ogni bambino/a, ma non solo. Ciascuno di loro è riuscito a rispecchiare le proprie emozioni in quelle dell’altro, pur riconoscendolo diverso da sé (per caratteristiche fisiche, per carattere, per emozioni, per sogni e desideri). Ogni bambino/a si è sentito/a coinvolto manifestando e palesando pensieri, emozioni, stati d’animo, e ciascuno con la propria personalità e carattere è riuscito a trovare modalità comunicative e di interazione con tutti i membri del gruppo. Pensare che, però, un’azione progettuale possa da sola, produrre un cambiamento “a lungo termine” è utopia, se a questa non segue l’azione congiunta e quotidiana delle insegnanti. Agire in questa fase evolutiva diventa prioritario affinchè i bambini e le bambine possano sviluppare comportamenti che non cementino un “pensiero unico”, ma garantiscano a tutti e tutte la possibilità di esprimersi in un pensiero individuale che contribuisca alla coesione del gruppo. Basta leggere gli elaborati finali dei bambini e delle bambine per capire quanto ed in che modalità queste tematiche hanno attecchito in ciascuno/a di loro

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