Il nostro obiettivo deve essere zero: non si può morire di lavoro

E’ triste leggere i giornali e trovare con cadenza praticamente quotidiana notizie di morti sul lavoro. E’ triste perchè molte di queste vittime sono figlie della negligenza e non di un sistema che, almeno a livello teorico, non prevede possibilità di incidenti.

Tra la teoria e la pratica però ci passano 1270 morti (dato dati INAIL 2020) ed è in mezzo a questi morti e agli oltre 500 mila infortuni che devono lavorare le aziende del settore salute e sicurezza sul lavoro. I motivi che portano ad un incidente ci devono dettare il percorso da seguire affinchè esso non riaccada più.

Ma non è solo quello il problema. Spesso si pensa di aver messo in sicurezza la propria azienda esclusivamente perchè si hanno in possesso tutti gli attestati necessari o tutta la documentazione richiesta dal legislatore. Ma è tutto quello che va dopo gli obblighi di legge a rendere veramente sicura un’azienda. Il D.lgs. 81/08 spinge affinchè vi sia un ruolo proattivo da parte del lavoratore a cui viene richiesto di segnalare eventuali pericoli riscontrati durante il proprio lavoro ma non individuati dal R.S.P.P. o dagli altri responsabili.

Questa richiesta di proattività mi ricorda un ragazzo che lavorava per un azienda del vicentino. Il suo compito era imballare delle pompe idrauliche utilizzando una particolare schiuma che in pochi secondi si espandeva e induriva. Il giovane, dopo qualche settimana, segnalò al responsabile di sentire, dopo il turno di lavoro, ancora l’odore della schiuma. L’azienda, ricevuta la segnalazione, organizzò subito un sopralluogo con tanto di rilevazione delle eventuali sostanze tossiche. Fortunatamente le rilevazioni non indicarono una tossicità del prodotto e venne solo modificato il modo di utilizzare la schiuma di imballaggio in modo da limitare eventuali disagi.

In questo esempio concorrono due comportamenti virtuosi: il primo da parte del dipendente che si è mosso in un ottica di proattività ed il secondo da parte dell’azienda che prontamente ha adottato delle misure di limitazione dell’eventuale danno.

Questo deve essere il modo di agire in tutte le aziende creando quindi una sinergia che coinvolga datori di lavoro, dipendenti e aziende del settore SSL. Non possiamo limitarci a guardare ma dobbiamo essere protagonisti della sicurezza.

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