Orlando Merenda: suicida a 18 anni a causa del bullismo

Caro Orlando,

oggi qui tutti e tutte parlano di te, oggi tutti e tutte si indignano, si arrabbiano, annunciano battaglie e chiedono giustizia.

La tua storia sembra proprio la fotocopia di tantissime altre storie, che, taciute e nascoste, hanno copioni identici, seppur con protagonisti differenti.

Caro Orlando, oggi l’indignazione è tanta, ma mi chiedo dove eravamo tutti e tutte quando chiedevi aiuto, quando allungavi una mano pensando che qualcuno ti avrebbe teso la sua, quando i tuoi occhi traboccavano di lacrime, mentre la tua anima si svuotava divorata dagli insulti, dalle prevaricazioni, dalle offese.

Caro Orlando, hai ragione tu.

Domani tutti e tutte si saranno già dimenticati il tuo nome e lo spettacolo dei burattini continuerà ad andare avanti, incessante, e non sarà per il merito o la bravura di chi “tira i fili”, ma per gli spettatori che, consapevoli, applaudiranno. E così lo spettacolo andrà in tour e di teatro in teatro, attrarrà sempre più spettatori.  E la violenza continuerà ad essere spietatamente e scientemente autorizzata.

Sai caro Orlando, molti si appellano alle leggi asserendo che possano essere dei deterrenti, dei modi per “non farlo più”, ma tu lo sapevi bene in cuor tuo che non basta quello.

Le parole ti lacerano l’anima, e come iene affamate ti si attaccano addosso per non lasciarti più, gli sguardi di coloro che ti giudicano diventano pesanti persecutori che, ossessivamente, ti rincorrono in ogni dove.

Non è la legge caro Orlando, quella forse ti renderà giustizia, ma come dicevi tu “il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta”. Già c’avevi visto giusto ignoranza e Libertà…… libertà di essere, decidere, desiderare, sperare, amare, sognare, volare….

Sai caro Orlando? Mi ricordi tantissimo il nostro adorato Michele. Lui voleva fare il pasticciere, tu il barman.  Avete frequentato entrambi una scuola alberghiera, mamme calabresi ed entrambi morti in Piemonte. Michele ad Alpignano, tu a Torino.

Lo sgomento è tanto, la rabbia ancor di più.

Non ci doveva essere un altro Michele, non più.

Ci lasci con un grandissimo senso di fallimento e sì, è vero. Abbiamo fallito, tutti e tutte, ancora, un’altra volta!

Spero solo che le tue fragilità possano trasformarsi in forza per qualcun altro…..

Intanto tu da lassù, perdonaci se puoi. 

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