D.P.I. e sciacallaggio: quando i disonesti ne approfittano

Quante volte abbiamo parlato di emergenze a più livelli, quante volte abbiamo tentato di correre ai ripari, cercando di arginare fenomeni che avevano assunto caratteristiche tali in cui si rendevano necessari interventi immediati. Partire dall’etimologia del termine credo sia indispensabile per capire le caratteristiche di un’emergenza. ”Circostanza, difficoltà imprevista, situazione critica, di grave pericolo”. Ed è proprio questo con cui ci stiamo confrontando, ormai da diversi mesi: un’emergenza sanitaria, il covid 19 che ha mietuto numerosissime vittime e che continua a circolare indisturbato.

Un nemico invisibile, dunque, che potrebbe esserci trasmesso anche dalle persone a noi più care, che sta generando ansie, paure preoccupazioni e che, inevitabilmente, sta facendo nascere altre emergenze.

Emergenza economica causata da lockdown e restrizioni, emergenza sociale causata dal distanziamento e dalla paura che l’altro possa essere causa di contagio, emergenza “sciacalli” che, come in tutte le trame di un racconto che si rispetti, non avendo né remore né coscienza, approfittano del momento di necessità contingente per “arricchirsi”.

 

Assistere a questi fenomeni e vedere quanti, gioco forza, sono costretti a soccombere e a pagare prezzi esorbitanti per DPI, oggi obbligatori per tutti, ci fa davvero accapponare la pelle.

Confusione e disinformazione hanno fatto si che gli sciacalli del momento, potessero agire indisturbati vendendo a prezzi folli i DPI, quadruplicando, quintuplicando i normali prezzi di mercato.

Eppure è bene ed utile che tutti sappiano che, numerosi sono i siti e – commerce in cui non solo è possibile acquistare in sicurezza, ma a prezzi normalissimi. Solo per fare alcuni esempi ALI EXPRESS, DH GATE, ECC.

 

Un esempio del prezzo di un prodotto con medesime funzioni ma rivenduto con un ricarico del 400%

Bisogna però fare anche i conti con una popolazione che è ancorata a modalità di acquisto “tradizionali”, per cui, fondamentale, era porre un limite allo “scippo” legalizzato che si stava compiendo attorno alla vendita di detti dispositivi.  La tanto agognata normAzione in tal senso, è arrivata dal premier Giuseppe Conte che ha stabilito un costo fisso per le mascherine chirurgiche, uguale per tutti gli esercenti.

 Di pari passo sta emergendo un’altra realtà che, riguarda i piccoli studi di consulenza che solitamente si occupavano di “sicurezza nei luoghi di lavoro”. Non è mia intenzione oggi approfondire o disquisire sulle capacità e competenze di questi professionisti o pseudo tali, ma è aberrante vedere come, riescano a celarsi in un fitto sottobosco e siano riusciti a riconvertirsi in antinfortunistiche, proponendo e vendendo attraverso le loro pagine social, dispositivi non certificati.

 

 

Un esempio di mascherina non omologate CE

In un tempo in cui regna sovrana la confusione, l’incertezza, la precarietà, a più livelli, è indispensabile porre le basi affinchè si possa agire con onestà e chiarezza, non per anticipare il futuro, ma riuscire a riappropriarsi di una vita nel presente.

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